La Val d’Aosta è insieme alla Liguria una piccola regione d’Italia per estensione territoriale, questo però non deve trarre in inganno dato che anche in questa piccola regione italiana la tradizione enologica ha radici lontane e ben consolidate; il suo territorio, per gran parte occupato dalle Alpi, è un territorio abbastanza complesso e difficile dal punto di vista morfologico e quindi, anche la coltivazione della vite, ha avuto bisogno di una grande forza lavoro e di grandi sacrifici da parte degli agricoltori valdostani che, negli anni, hanno dovuto strappare alla montagna parecchie aree per adibirle alla coltivazione dell’uva.
Nonostante i grandi sforzi, in Val d’Aosta la viticoltura non ha mai avuto vita facile ma la situazione è migliorata di molto anche grazie all’introduzione di nuove tecnologie e di nuovi metodi di lavorazione; negli anni infatti la regione valdostana è diventata una vera e propria realtà ed è una delle regioni più affermate in ambito enologico. La predilezione per la qualità è uno dei punti di forza della produzione enologica in questa regione, in Val d’Aosta infatti non esiste una grande quantità annua di vini prodotti ma si tiene in considerazione la qualità piuttosto che la quantità.
Si producono molti vini rossi e bianchi ma sempre in quantità ridotte ma si può affermare con certezza che chi ha assaggiato un vino prodotto in queste parti è rimasto davvero estasiato dal sapore e dalle qualità organolettiche del prodotto; d’altronde qui la vite è sempre esistita fin dall’epoca dei romani e i vini prodotti a quel tempo ottenevano riconoscimenti non solo in ambito locale ma anche in tutto l’impero romano e fuori dai confini locali. Tornando all’estrema attualità nella regione valdostana è possibile distinguere molte zone altamente produttive e localizzate soprattutto all’interno delle valli, una di queste è il Valdigne dove viene prodotto il bianco più famoso della regione come il Blanc de Morgex et de la Salle e, al centro della regione, dove sono presenti molti vitigni autoctoni e importati dall’estero.
I vitigni autoctoni valdostani hanno un’importante peculiarità che è quella di dover essere coltivati soltanto nella loro regione di provenienza, le caratteristiche condizioni climatiche e territoriali sono uniche qui e i vitigni non possono essere esportati in altre zone d’Italia come ad esempio succede con il Sangiovese o il Trebbiano; gli agricoltori valdostani hanno un occhio di riguardo in più per i vitigni locali non solo per le loro qualità ma anche perché in caso di loro estinzione sarebbe una grande perdita non solo per la Val d’Aosta ma per tutta l’Italia intera.
I maggiori vitigni autoctoni sono il Fulmin, il Crovassa, il Bonda, il Petit Rouge, il Cornalini, il Ner d’Ala, il Priè, il Roussin, il Vien de Nus, il Mayolet, il Premetta e il Vuillermin; i vitigni esteri che trovano le condizioni ideali in Val d’Aosta sono invece lo Chardonnay, il Petit Arvine, il Merlot e il Pinot Noir. Tra le varie qualità di uve coltivate nella regione non bisogna dimenticare anche il Freisa, il Moscato Bianco, il Nebbiolo e il Dolcetto che hanno una larga diffusione su scala nazionale. In Val d’Aosta esistono ben otto vini a denominazione DOC ma ancora nessun vino a marchio DOCG, mentre per i prodotti a marchio IGT ci sono molti vini che col tempo si sono affermati con grande carattere.