Il vitigno Sangiovese è uno dei prodotti più noti del made in Italy: si tratta di una produzione che porta a un vino rosso rubino molto intenso, tannico, corposo e armonico, che assicura al gusto un sapore amarognolo e fruttato. Il Sangiovese è conosciuto fin dal 1500, ma le sue origini sembrano risalire fino al periodo etrusco, in una zona locata tra il nord del Tevere e il sud dell’Arno, dove poi ha preso vita l’Appenino.
L’uva utilizzata per la sua produzione è nera con un grappolo compatto che ha maturazione precoce; il vitigno Sangiovese si presenta in due distinte tipologie, ovvero il Sangiovese grosso, che viene coltivato in Toscana, ed un Sangiovese piccolo, che lega attorno a sé le varietà dell’Emilia Romagna. E’ presto detto che questo vino cambi le sue caratteristiche espressive in base ai climi e all’altitudine data dal luogo di coltivazione.
La storia del Sangiovese di Romagna
Questo prodotto ha origini estremamente incerte, proprio come avviene per la sua provenienza. Esistono in questo caso tante testimonianze legate sia alla sua produzione ma soprattutto all’origine stessa del nome: in primo luogo passiamo ottenere informazioni risalenti al XVI secolo, grazie a Giovan Vettorio Soderini che ne parlò nel suo trattato “La coltivazione delle viti”. Qui descrive il “Sangiocheto o Sangioveto” come un vitigno rimarchevole per la sua produttività. Il suo nome invece è legato a diverse teorie: alcuni esperti sostengono che derivi da “sangiovannese” poiché originario di San Giovanni Valdarno; mentre per altri è una forma dialettale di “san giovannina”, ovvero uva primaticcia, come spiegato in precedenza. Un’altra teoria parla della derivazione da “sanguegiovese”, il “sangue di Giove”, poiché proveniente dal Monte Giove nei pressi di Santarcangelo di Romagna.
E’ facile dire quindi che la sua storia e le sue origini siano molto complesse, esattamente come la sua produzione: secondo studi molto più recenti è emerso che il Sangiovese, che come detto ha una forte presenza nella zona romagnola e tirrenica, richiami vitigni coltivati nel Sud Italia tra Campania e Calabria.
Varietà e caratteristiche del Sangiovese
Il Sangiovese è un simbolo importante della tradizione romagnola, capace di raccontare con il suo sapore il carattere stesso dei romagnoli, ovvero robusto, esuberante, deciso, con un tocco di delicatezza. Prevede le tipologie Novello, Superiore e Riserva: il primo è ottenuto dal 50% di vino proveniente dalla macerazione carbonica delle uve; il secondo è dato dalle uve che provengono da un’area limitata e che assicurino una gradazione alcolica minima del 12%; infine il terzo si ottiene solo con una vendemmia che parte dal primo aprile e garantisca 2 anni di invecchiamento.
La sua caratteristica principale è il colore rosso rubino, con sfumature violacee, marchio di fabbrica insieme al profumo vinoso, con un sapore molto asciutto e tannico, che assicura un retrogusto amarognolo ma gradevole. Per queste sue caratteristiche il sangiovese di Romagna Doc si abbina perfettamente con salumi, carni rosse, arrosti misti e grigliate, oppure piatti di pasta con sughi di carne e pomodoro, dove primeggia il gusto forte del parmigiano.