La storia del Rosso Piceno DOC e del suo riconoscimento a vino di denominazione di origine controllata risale al 1968, ma le sue origini e la sua nascita risale a molto tempo prima; già prima degli antichi romani infatti le popolazioni picene, che hanno dato il nome al territorio in cui si sono insediate, hanno lasciato le prime testimonianze di quello che poi sarebbe divenuto nel corso dei millenni il Rosso Piceno DOC. Un vecchio racconto di un poeta latino racconta del generale Annibale che mentre scendeva verso Roma e vedeva i suoi cavalli in difficoltà, fece tappa nella zona Picena per curare i suoi destrieri con delle frizioni di un vino rosso molto forte e invecchiato.
Ritornando ai giorni nostri dunque il Rosso Piceno viene prodotto con il 30-50% di Sangiovese e con una percentuale dal 35% al 70% di uvaggio Montepulciano; naturalmente possono concorrere altri vitigni ammessi a coltivazione nelle Marche ma in misura non superiore al 15% e, nella tipologia Rosso Piceno Sangiovese, il vitigno in questione deve essere presente almeno in percentuali dell’85%.
La zona di produzione del Rosso Piceno DOC comprende aree di coltivazione molto vaste, si parte infatti dalla provincia di Ancona, quella di Macerata e infine quella di Ascoli Piceno, coprendo una buona fetta della regione marchigiana; la zona di produzione si estende per le varie provincie delle Marche ma soprattutto copre sia l’entroterra delle colline marchigiane che le zone limitrofe al Mar Adriatico. Si devono escludere solo le zone che riguardano la produzione di Rosso Conero DOC e Conero DOCG mentre, per la tipologia Rosso Piceno Superiore, le zone di produzione si limitano soltanto a 13 comuni della sola provincia di Ascoli Piceno, dove c’è una forte coltivazione di vitigni Sangiovese e Montepulciano.
Il Rosso Piceno nella sua versione più classica si presenta con un colore rosso rubino inconfondibile, con sfumature violacee tendenti all’attenuazione con il trascorrere dell’affinamento; le sue caratteristiche organolettiche sono varie, al primo impatto risulta vinoso mentre nel retrogusto è fruttato e floreale. Le sue note di prugna sono inconfondibili e il suo sapore è asciutto e armonico; il colore nel bicchiere passa a toni più intensi e il profumo va dalla liquirizia e dalla radice fino alla frutta fresca.
Questo vino meraviglioso si abbina molto bene a minestre e bolliti specie se abbinati a salse leggermente piccanti, si unisce benissimo anche a salumi locali, Caciotta di Urbino e cotture in porchetta; nella tipologia di Rosso Piceno Superiore invece l’abbinamento si fa con piatti molto più strutturati a base di finocchio e tartufo nero, e anche con piatti di selvaggina piccola cotta in umido.
Il Rosso Piceno si serve ad una temperatura di 15-16° al massimo in calici bordolesi, la tipologia superiore invece preferisce temperature più alte di 16-18° e calici più ampi e larghi per apprezzare meglio le note e i sapori; la gradazione alcolica minima del Rosso Piceno è di 11,5° e può essere conservato anche per tre o più anni, si consiglia di berlo molto giovane fino al secondo anno di maturazione e viene invecchiato in botti di rovere.