L’assenzio è un distillato di erbe ad alta gradazione alcolica. Deve il suo nome alla pianta dell’ Assenzio Maggiore le cui foglie rappresentano la base della preparazione, insieme all’anice verde e al finocchio. Molto diffuso nell’Europa del 19esimo secolo e soprattutto in Francia, dove divenne la bevanda dei ‘poeti maledetti’, il consumo d’assenzio è poi stato vietato nella maggior parte degli stati, per più di un secolo, perché equiparato a una droga per gli effetti che si pensava producesse sui bevitori abituali.
Liberalizzato nuovamente negli ultimi anni, l’assenzio continua a portarsi dietro questa nomea di bevanda maledetta. Di là dalle suggestioni letterarie, l’assenzio è un distillato molto forte con una gradazione alcolica pari al 68%, dal retrogusto amaro con forti sentori di anice. Si riconosce per il caratteristico colore verde a cui si devono vari soprannomi tra cui quello di ‘Fata Verde’.
Il distillato può assumere varie tonalità di verde dovute alla clorofilla scaricata dalle piante utilizzate per la sua preparazione. Esiste anche una varietà incolore, molto diffusa durante gli anni in cui era proibito. L’assenzio per potersi definire tale deve possedere cinque caratteristiche di base: deve essere distillato, avere una gradazione tra i 45 e i 75 gradi, deve contenere solo semi di anice verde e non stellata, deve intorbidire a contatto con l’acqua e deve restituire i sentori di tutti gli ingredienti utilizzati per la sua preparazione.
Preparazione
La produzione dell’assenzio prevede numerosi passaggi. Il primo consiste nella macerazione delle erbe con l’alcool. Il liquido ottenuto viene filtrato prima di passare alla fase successiva, ovvero, la distillazione.
La distillazione può avvenire sia in alambicchi continui sia discontinui. Il distillato subisce, poi, un ulteriore passaggio che consiste nell’infusione con altre erbe per rafforzare la colorazione verde e per trasmettergli ulteriori aromi.
Ogni distilleria possiede una sua ricetta per la produzione di questa bevanda che prevede l’aggiunta di più o meno ingredienti diversi.
Le materie prime di base dell’assenzio sono tre: le foglie di assenzio, i semi di anice verde e il finocchio. A queste tre erbe si possono aggiungere issopo, melissa, artemisia pontica, angelica, menta, camomilla e coriandolo.
Degustazione
La degustazione dell’assenzio segue dei veri e propri rituali che contribuiscono a rafforzare l’aura mistica e magica di questa bevanda. I metodi più diffusi sono il metodo francese e quello flambé o bohemienne. In entrambi i casi si utilizzano piccoli calici tipo Pontarlier dotati di una base a forma di ampolla e dei cucchiaini forati su cui posare la zolletta di zucchero. Lo zucchero viene utilizzato per stemperare l’amaro della bevanda.
Il metodo francese, utilizzato nei caffè parigini della fine dell’800, prevede che venga posizionato sul bicchiere, contenente assenzio, un cucchiaino forato con sopra una zolletta di zucchero su cui, poi verrà versata, poca per volta, dell’acqua. Lo zucchero sciogliendosi cadrà sul liquore facendolo intorbidire (louche). La bevanda potrà essere mescolata delicatamente con il cucchiaino forato e consumata. Il metodo flambé, invece, è più recente e prevede che l’assenzio sia versato direttamente sulla zolletta di zucchero appoggiata sul cucchiaino forato. La zolletta è poi incendiata in modo che le gocce di zucchero caramellato cadano nell’assenzio. Dopo circa quindici secondi si spegne il fuoco e si allunga la bevanda con acqua.